Per celebrare la Giornata mondiale della poesia ho scelto di omaggiare colei che nacque proprio “il 21 a Primavera”, Alda Merini, con una delle sue poesie più belle: La fuga. Un monologo dolce e disperato rivolto dalla poetessa dei Navigli al suo Dio, un negoziato d’amore, la “preghiera” di una figlia diretta al Padre. Un appello a quel Dio “che deve essere una scelta, un tocco come di pianoforte, di musica” , che “è libertà assoluta, non disonore” e al quale la Merini chiederà continue “concessioni di grazia”, in un valzer di litigioso amore, in un rito di capricci, follia, premura, devozione, fughe e ritorni. “La fuga” nasce dalla necessità di evadere dalla perfezione, di vivere quella follia che “ha il cuore di donna” e quegli “amori distruttivi come catastrofi”, e si tramuta nel bisogno, quasi consolatorio, di sentirsi fragile, pavida, UMANA.
Una poesia intrisa di fragilità e di bagliori di luce, potente e soave, dove emerge l’animo “stanco” di quella “donna non addomesticabile”, che durante la fuga, si ferma “in un angolo di strada” ad aspettare che il suo Dio passi.
Donna e poetessa immensa, Alda Merini, che ci auguriamo vivamente possa finalmente essere inserita tra le Indicazioni nazionali per i Licei insieme ad altre poetesse e scrittrici straordinarie e a tutti gli autori nati al sud di Roma.

Alda Merini
Lasciami alle mie notti
ed ai miei benefici di peccato,
lasciami nell’errore
se decantarmi è compito di Dio.
So che mi assolverai dalle mie
pene
ma ora lasciami umana
col cuore roso dalla mia paura,
quando sarò bassorilievo
al tempo
della tua eternità non avrò fronti
contro cui capovolgere la faccia
Alda Merini, La Fuga
*Vedi anche https://www.piueconomia.com/2018/03/21/la-giornata-mondiale-della-poesia-nel-segno-di-alda-merini/